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L'EVOLUZIONE DEL NULLA




L'EVOLUZIONE DEL NULLA

E' UN SAGGIO TRATTO DAL FAMOSO (FAMIGERATO?) LIBRO "CARO AMICO MIO..., OVVERO DIALOGHI MINIMI INTORNO AI SISTEMI". Libro attualmente esaurito... (...ha l'eusarimento. Nervoso?...)

AL SOLITO, PER EVITARE IL FORMATO HTML CHE NON SI PRESTA FACILMENTE ALL'ASSOCIAZIONE DI TESTO,  FIGURE ED ESPRESSIONI MATEMATICHE, SI PREGA DI VISIONARE LA VERSIONE STAMPABILE CLICCANDO QUI...

L’EVOLUZIONE DEL NULLA

(Liberamente tratto da “Caro amico mio…, ovvero dialoghi minimi intorno ai sistemi”, di P.M.B.)


1. La costruzione, i principi e lo stile; i principi di conservazione

Maestro: Caro amico mio, avrai notato che esistono innumere pubblicazioni che discutono, brigano, disputano (verbo più elegante) ma dimenticano che qualunque costruzione deve essere eretta su delle fondamenta.
Indipendentemente dall’argomento, non si può discutere con serietà ed efficacia senza che i disputanti concordino in anticipo quali principi comuni costituiscano le fondamenta della loro costruzione.
Tanto per fare un esempio inerente al nostro mestiere di vili meccanici, se parliamo di fenomeni che implichino trasformazioni fisiche adotteremo i principi della Termodinamica, della Meccanica, dell’Ottica etc…

Allievo: …Come dire principi comuni, conclamati, consolidati ed accettati dagli interloquenti perché in accordo con le risultanze sperimentali…

M: …Esattamente! Solo con queste premesse è possibile che la discussione non si tramuti in sterile affabulazione, in suono vuoto come cembalo squillante (direbbe l’amico da Tarso). L’affabulazione, che confina (o si confonde) con lo sproloquio, si compiace di se stessa. L’autocompiacimento è massimo quando si ingarbugliano i pensieri in modo da non far trapelare la propria vacuità e da dare l’impressione, ad un terzo, di avere risposto a qualunque domanda anche a quelle a cui, in realtà, non si sa rispondere.
La risposta onorevole, giusta ed onesta che sarebbe “non so…”, va bandita come fosse una vergogna: è la fregatura dei tuttologi!...

A: Credo non sia difficile fare degli esempi…

M: Basti pensare che se, nell’universo mondo, ciascuno di noi accettasse, come principio di legge, i dieci comandamenti (quelli famosi del sciur Mosè & Co) si potrebbero eliminare decine di migliaia di leggi le quali, essendo un’estensione dei medesimi ma fatte con milioni di parole, consentono di eludere le sanzioni ai potenti ed ai furbi, mentre assicurano la punibilità solo ai ladri dei polli del Principe.

A: In pratica l’eccesso leguleico fa prosperare gli azzeccagarbugli. Mi ricorda la proliferazione di precetti di cui si legge nei libri sacri, precetti che opprimevano fin nelle minuzie il popolino mentre, come sta scritto, gli alti papaveri se ne autoesoneravano.
Maestro mio, torniamo ai principi…

M: Si, si: senza principi non c’è Scienza! Come mi hai sentito dire altre volte, innanzitutto i principi fondamentali di qualunque disciplina scientifica sono i Principi di Conservazione. Infatti, come osservava a suo tempo l’eccelso cosmologo triestino Livio Gratton, quando si studia una trasformazione la prima cosa che ci si deve chiedere è: “cosa rimane invariato a trasformazione avvenuta?”

A: Facciamo un esempio.

M Mettiamoci nei panni di Pascal mentre riflette sul torchio idraulico: cosa si conserva in seno al fluido?

A: L’intensità della pressione…

M: OK! E’ un esempio banale, ma il concetto è fondamentale! Si tratta, appunto, del Principio di Pascal, che è un principio di conservazione sui generis! Esercitando da qualche parte, per esempio col pistone di maggior superficie A, una certa pressione essa si trasmette inalterata all’interno del fluido, cosicché, per mantenere l’equilibrio, occorrerà agire sul pistone di minor superficie B con una forza minore.
Ne segue la ben nota condizione di equilibrio del torchio idraulico: FA:A=FB:B che governa, in pratica, tutti i movimenti delle macchine oleodinamiche e che rappresenta l’uguaglianza delle pressioni sui due pistoni.














A: Secondo Lei esiste un qualche principio (o legge) indimostrabile, fondamentale, irrinunciabile?

M: Innanzitutto tieni presente che i principi non si dimostrano teoricamente: essi si carpiscono alla Natura con le osservazioni sperimentali e la loro validità dipende dalla capacità di collegare cause ed effetti e/o di prevedere fenomenologie nuove (le leggi sono tanto più valide quanto più sono predittive). Ti avevo già fatto osservare che fenomeni nuovi alle volte hanno richiesto adattamenti e correzioni a principi (o leggi) già enunciati e già sospettati definitivi (il che consente di opinare che tutte le teorie sono provvisorie).
Rispondo alla tua domanda: sarei del parere che, parlando di trasformazioni in genere, il prìncipe dei princìpi sia il Principio di conservazione delle proprietà naturali. E’ un principio che mi sembra fondamentale ed irrinunciabile e che, più avanti, ci consentirà di esprimere un parere sull’evoluzionismo darwiniano.
Faccio qualche esempio: se la natura, oggi (hic et nunc…), quantizza gli scambi d’energia tra radiazione e materia, essa lo faceva certamente anche in qualunque momento precedente nella vita del nostro universo.
Nessuno ce lo può confermare: infatti, che si sappia, non abbiamo indizi che sia esistito nella preistoria un qualche precursore di Plank, tuttavia ammettere tale fatto significa esaudire una condizione che appare a chiunque irrinunciabile.
Altro esempio: se il tempo di semitrasfomazione di una sostanza radioattiva ha oggi un valore X, è corretto ritenere che tale valore fosse il medesimo anche nella più lontana preistoria.
Altro esempio: se la luce oggi viaggia scegliendo il cammino cui compete il tempo minimo (Principio di Fermat) è inevitabile, per la ragione umana, ritenere che lo abbia fatto sempre, da quando lux fuit.
Altro esempio: se in una trasformazione relativistica oggi si conserva il ds2 mi sembra ragionevole ritenere che si conservasse anche qualche miliardo di anni fa!
Gli esempi potrebbero essere innumerevoli ma, per chiarire il concetto, dovrei esserti sembrato sufficiente…

A: Si, si; detto così sembrerebbe anche a me che il Principio di conservazione delle proprietà naturali sia da considerarsi basilare nel dibattito scientifico. Mi pare che Ella, tra l’altro, abbia sostenuto la validità del Principio di conservazione dell’identità che rivela la vacuità delle teorie reincarnatorie…

M: Si, ma non perdiamoci su altre strade… Nella storia della Fisica è rimasta celebre la disputa, di un paio di secoli fa, tra Luigi Galvani ed Alessandro Volta circa l’origine della corrente elettrica…

A: Che ci azzecca?...
M: Sto andando avanti: era per farti notare lo stile rispettoso ed elegante, oltre che appassionato (a proposito di passione ti ricordo un altro detto di Pier Maria Confucio: “La passione supera ogni ostacolo”, però non è che ci azzecchi molto!) adottato dagli scienziati del passato quando si protendevano alla scoperta delle leggi naturali…
Ad esso stile si è sostituito, di questi tempi, lo stile bolscevico: non ci si contrappone all’idea ritenuta errata, ma ci si contrappone all’uomo che la propugna. Ergo: “Uccidiamo l’uomo!”. E così, di riffe o di raffe, milioni di uomini ci hanno rimesso la ghirba. E, tutt’oggi, la pratica omicida prospera (basta leggere la cronaca), con il complice silenzio selettivo dei “benpensanti”.


2. Una questione di botanica: la cura del proprio orticello

M: Caro amico mio, non so se ti sei accorto che quelli del Pensiero Unico (PU) ci vogliono fottere…

A: Mi meraviglio, maestro mio, che Ella usi un linguaggio così scurrile. D’altra parte, poiché La conosco, ciò significa che Ella sta sull’incazzato…

M: Bravo figliolo, intanto mi hai reso la pariglia: poi se è pur vero che un modesto uso di termini casermeschi può servire a sfogare, con poche parole, sensazioni altrimenti inesprimibili, è buona norma non farne uso!
In questo caso sono molto risentito dall’amara constatazione che il mondo va alla rovescia; infatti è sotto l’occhio di tutti (ma pochi lo vedono) lo sfacelo sostanziale vigente, sia in campo etico che scientifico.

A: Non sia così pessimista!... e poi non corra il rischio di inoltrarsi in campi che non Le sono propri (cosa che Ella mi ha insegnato essere basilare).

M: Giusto, giusto… cercherò di tenermi terra terra… all’interno del mio orticello (appunto). Ad esempio i pensieri che ti riferirò saranno di questo tipo: qualcuno ha inventato la storiella della ciodue ed è riuscito a convincere l’universo mondo (quello, appunto, governato dal PU) che essa costituisce un elemento inquinante dell’atmosfera…
Ovviamente il “poppolo” non può entrare nel tecnicismo associato alla questione: l’uomo qualunque (quello che deve cucire cotidie il pranzo con la cena, magari anche per la propria famiglia che ama tanto) tende a fidarsi dei competenti, o di quelli che si dichiarano tali. Nessuno si prenderà la briga di spiegargli che l’atmosfera è stata dotata di un sistema di regolazione automatica in grado di mantenere quelle condizioni critiche di funzionamento che sono essenziali ad ospitare la vita.

A: Ella mi ricorda la Sua omelia sul Riscaldamento Globale…

M: …signorsissignore (come nei film americani). Ricorderai che in tale occasione ho presentato il diagramma funzionale della regolazione del nostro ecosistema. Per giusta punizione te lo riporto qui, e anche per farmi bello con le penne mie, senza ulteriori commenti (altrimenti non la finiamo più…)


























Per rendere abitabile un sistema complesso come la terra è necessario dotarlo di un “impianto di condizionamento dell’atmosfera” completo di regolazione automatica. E’ come dire che devono esistere variabili ad effetto contrapposto (p.es. riscaldamento e raffreddamento) che entrano in gioco al momento opportuno, pena il collasso delle grandezze controllate (in particolare la temperatura).
A: Questo diagramma mi è noto: speriamo che i nostri ventiquattro lettori lo adocchino con la dovuta benevolenza…

M: Tiremm innanz: avrai letto i miei pensieri sull’acqua (e, anche qui, i gonzi non mancano) il PU ha convinto un sacco di gente che l’acqua è “consumabile”, alla guisa del petrolio…, anzi le cassandre di turno stanno cercando di convincere i polli che le prossime guerre si faranno per l’acqua, soprannominata oro blu (non è più humile et preziosa et casta, come asseriva Francesco, ma solo preziosa, come le minerali!...).



Le avventure e le disavventure di sorella acqua che, per quanto ripeta perennemente le medesime trasformazioni e senza stancarsi, non abbandonerà mai il terzo pianeta di fratello sole!

Oppure: oggi (2010) le case automobilistiche sono al collasso per mancanza di ordinativi, ma negli ultimi trent’anni è stato impedito di nascere ad un miliardo di bambini (alla faccia dell’Equazione del bambino di cui abbiamo parlato in Introduzione all’Iperspazio, e che tu già ben conosci), buona parte dei quali oggi potrebbe essere un acquirente…
Potrei continuare a lungo: l’energia nucleare, il caso che genera la vita, l’evoluzione della specie etc. etc. tutti argomenti di primaria importanza fagocitati dal PU, intoccabile mostro che genera idee mostruose e comportamenti assurdi!...
Caro amico mio, può sembrare una questione di botanica, ma lo è solo in senso figurato: quelli del PU sanno tutto; nulla dello scibile umano è nascosto alla loro mente! Essi sono tuttologi!

A: Ma questo l’avevamo già detto…

M Lasciamelo sottolineare: essere tuttologi è una grossa fregatura. Infatti, rimembrando il detto dell’Aquinate “quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur” (ogni recipiente si riempie alla propria maniera), per estensione, se il recipiente è già pieno non può contenere nulla di più…

A: Bella scoperta!

M: Non sottovaluterei l’originalità del discorso perché ci consente di valorizzare la categoria (assai ristretta, purtroppo) dei pocologi.
Il vantaggio dei pocologi è enorme: infatti essi ogni giorno corrono il rischio di imparare qualcosa di nuovo. Alle volte qualcosa di semplice (un’applicazione di software), alle volte qualcosa di più complicato (l’applicazione di un principio fisico-matematico).
Poiché mi sembra ragionevole ritenere che le cose che non sappiamo siano in numero assai maggiore di quelle che sappiamo, l’apprendimento continuo, di poco o di tanto, è garantito solo ai pocologi!... I quali curano il proprio orticello con amore e riflessione: zappettano, potano, vangano, scavano per migliorarne di giorno in giorno l’aspetto, i frutti ed i contenuti…

A: Credo di completare il Suo pensiero dicendo che non è facile distribuire la patente di pocologo o di tuttologo: anche l’interpretazione autentica dei pensieri altrui è soggetta ad un rendimento..

M: Bravo bambino!... E’ bene astenersi dai giudizi (specialmente sulle persone, come fa la moda bolscevica), sopratutto quelli trancianti… E già in questo siamo in peccato (vedi sopra!).
Il concetto di rendimento, nella trasformazione del pensiero da una capoccia all’altra, è fondamentale, poiché, generalmente, non ci si rende conto che si deve realizzare una catena di passaggi (ovvero un’insieme di sottotrasformazioni) così riassumibile:
1. l’emittente deve trasformare il proprio pensiero in parole, cercando quelle più adatte,
2. le parole devono pervenire al ricevente (…che può anche avere problemi funzionali all’organo ricevente e poi non c’è peggior sordo…),
3. a propria volta, questi, deve fare le operazioni contrarie ricostruendo, dall’udito, il pensiero all’interno del proprio cervello! …e non sempre sarà possibile avere un rendimento del cento per cento: infatti tale cervello si riempirà sempre alla propria maniera.
Molti equivoci nascono da un basso rendimento in tale trasformazione poi, dagli equivoci alle botte, il passo può essere breve!...

A: Mi sembra di capire che queste osservazioni, di natura generale si possano applicare a tutte le discussioni. Escludiamo, ovviamente, le omelie care ai politici, ed agli altri affabulatori di mestiere, che contengono quantità industriali di entropia…

M: E’ chiaro che anche i politici, pur non appartenendo necessariamente al PU, sono dei tuttologi… e, spesso, della peggiore specie... Potremmo annoverarli tra gli artisti, artisti sui generis, capaci di costruire grandi discorsi attorno al nulla…
Generalmente hanno le armi per imporre qualunque idea: essi viaggiano a colpi di maggioranza (e qualche volta anche di minoranza!), cosa che l’uomo di Scienza non si può permettere…

A: Caro maestro mio quest’ultimo asserto mi pare azzardato… Ad esempio Walter Cassani, nel suo libro “Albert aveva ragione: Dio non gioca a dadi!” (contenente la Teoria Ondulatoria del Campo), sostiene che certe correnti di pensiero scientifico riescono ad imporsi ed a mantenere certe posizioni solo (o anche) perché sono accettate da frazioni di pensatori maggioritarie… come ad esempio il probabilismo della scuola di Copenghen.

M: Il Principio di maggioranza, così come il Principio di autorità, non possono trovare ospitalità nel dibattito scientifico… Una bufala può essere pubblicata da illustri riviste (metti Nature) mentre una verità può essere riportata sul Bollettino Parrocchiale… Una bufala può essere pronunciata da illustri ed affermati scienziati (ieri Werner Von Braun, oggi Stephen Hawkins e Mikio Kaku: esistono cento miliardi di soli ergo…) ma essa ha da essere dimostrata con i numeri alla mano…

A: Maestro mio, ma Ella ora tocca l’intoccabile…

M: Amico mio: la parola miliardo è sempre di grande effetto (e tanto più riempie la bocca in Inglese: billion!) ma il “tanto” ed il “poco” hanno senso solo se rapportati a termini di paragone. Ricorderai che nel mio saggio Termodinamica & vita, applicando la statistica di Boltzmann al paradosso di Eddington (quello delle scimmie dattilografe) ho mostrato che le probabilità che si verifichino fatti singolari (pur “semplicissimi” come quelli di un libro dattilografato) hanno un valore così “piccolo” da richiedere (per tale paradosso) tempi dell’ordine di 106.000.000 di miliardi di anni tanto che l’enunciato originale (Eddington l’era minga scemo!) parla di “tempo infinito”.
Or dunque cento miliardi sono rappresentati col numero 1011 che, nelle grandi scale (e, più grande scala dell’universo, che c’è?), non deve impressionare nessuno, neanche gli illustri succitati uomini di Scienza!
Finché non c’è la prova provata sono lecite tutte le ipotesi, ma a ciascuna di esse bisogna attribuire adeguati gradi di attendibilità.


3. Intermezzo

M: Caro amico mio: abbiamo detto che qualunque discussione scientifica per essere conclusiva richiede necessariamente (anche se non sufficientemente) che vengano concordati i fondamentali. Nel caso della teoria dell’evoluzione è sufficiente il già citato Principio di conservazione delle proprietà naturali. Chi può rigettarlo? E con quali argomentazioni?

A: Possibile? Ho letto diatribe furiose tra biologi, paleontologi, tuttologi, sfaccendati, dottori, infermieri, geologi, operatori ecologici, prosseneti e licenziose pulzelle che spaccavano il capello in quattro, esaminando tutte le minuzie al microscopio…

M: E’ qui la fregatura!... Bisogna essere essenziali, seguire i principi, altrimenti ci si perde in dettagli opinabili e non verificabili, ci si perde tra le parole ed ha la meglio chi è oralmente più abile (leggo nei tuoi occhi un cattivo pensiero in riferimento alle citate pulzelle e poi che c’entra Monica?…), non chi è più sapiente. Girando ancora un po’ intorno al nostro obiettivo, prima di centrarlo, ti faccio un esempio di attualità: c’è la solita tavola rotonda sugli UFO e gli “esperti” convenuti (tra cui i soliti boriosi giornalisti che vengono gratificati con l’epiteto di “scienziati”) concordano almeno su un punto: quei tali signori, gli UFO, vogliono comunicarci qualcosa.
Infatti, osservano loro, fanno i cerchi nel grano, poi accanto ai cerchi sono in grado di riprodurre delle scritte alla moda dei maya, fanno bizzarre evoluzioni con luci misteriose etc. etc.
Se invece che perderci nelle parole usassimo il cervello, si dimostrerebbe esattamente il contrario: gli UFO non hanno nessuna intenzione di trasmetterci alcuna informazione in chiaro (l’unica criptica informazione che ci vogliono dare è quella dell’esistenza degli extra-terrestri, per mettere in crisi i nostri cervelli).

A: Profesùr… ma Ella si sta inguaiando… se fosse così questi esperti sarebbero dei trigoli…

M: Non usare espressioni da bivio… (trocadilho… ndr) Quel che affermo te lo giustifico col ragionamento… Attento…: cosa occorre per trasmettere un’informazione?

A: Boh!?...

M: Risposta: per trasmettere un’informazione ci vogliono almeno quattro cose:
„Ï Una portante
„Ï La modulazione della portante
„Ï La dislocazione spazio-temporale dell’informazione sulla portante onde utilizzare il medesimo canale per più informazioni indipendenti (multiplexing)
„Ï Un demodulatore.
Il caso più banale si ha quando la portante è costituita da un foglio di carta bello bianco. Va di moda il formato UNI A4. La penna biro modula la superficie bianca con l’introduzione di segni blu. Se sul foglio ci faccio stare solo la mia informazione (ovvero non lo condivido con altri, è ciò che generalmente avviene) non è necessario il multiplexing: devo solo sperare che il destinatario sappia leggere, ovvero sia in grado di demodulare quanto scritto dalla penna (bello!!!: modulatio calami) ottenendo una o più frasi costituenti l’informazione.
Se la portante fosse un’onda elettromagnetica la manfrina sarebbe assai diversa per il semplice fatto che, mentre il foglio A4 praticamente non costa niente, l’onda elettromagnetica, specialmente per via satellitare, costa eccome! Per questo motivo sulla medesima portante elettromagnetica è necessario mescolare il maggior numero di voci possibile (multiplexing: the science of mixing voices) affinché i costi della trasmissione si spalmino su più utenti…

A: Caro maestro mio: che ci azzecca? Abbiamo abbandonato i signori UFO?

M: Ci arrivo: che portante hanno a disposizione gli UFO quando svolazzano sopra i campi di grano?...

A: Elementare Watson: hanno a disposizione tutto il campo!

M: Esattamente, amico mio! E se possono scrivere le scritte maya non potrebbero scrivere qualcosa, altrettanto in chiaro, magari in friulano che è la mia lingua madre? (Evitiamo il romanesco da cui siamo quotidianamente afflitti!).

A: Mi pare proprio di si…

M: Dunque mi sembra che si possa ritenere dimostrato che essi non vogliono entrare in contatto con noi in modo maggiore di quanto stiano facendo da secoli, ma vogliono lasciarci nel dubbio e nella confusione... I cerchi nel grano potrebbero avere una funzione… zizzaniesca (ben ci sta a proposito di grano!): da questo punto di vista i conti tornerebbero. Allora qualcuno si chiederà: saranno buoni o saranno cattivi? Certamente se fossero buoni avrebbero stabilito dei contatti ancora nei secoli passati quando (e ci sono le prove) scorazzavano sopra le corna dei nostri antenati esattamente come fanno oggi sopra le corna nostre!
Inoltre banali considerazioni sulle proprietà delle dimensioni superiori portano fatalmente a concludere che gli UFO non appartengono al nostro universo tridimensionale!
Saranno buoni o saranno cattivi?: boh! tertium non datur….


4. Il Principio di conservazione delle proprietà evolutive e la teoria dell’evoluzione

M: Caro amico mio: chiudiamo l’intermezzo, torniamo a bomba ed assumiamo, dunque, come fondamento, il Principio di conservazione delle proprietà naturali in particolar modo riferito all’evoluzione.
Con l’ausilio di tale principio si arriva con pochi passaggi alla conclusione che l’evoluzione darwiniana non c’è mai stata.
Reperti fossili: in uno stupendo volume (stupendo per la grafica, le foto, i riferimenti accurati, che non sfigurerebbe tra le magistrali edizioni del National Geographic) dal titolo “Atlante della Creazione” l’autore, Harun Yahya (spesso nel caustico mirino di Richard Dawkins), documenta, con fotografie e commenti adatti, che i reperti fossili animali e vegetali, risalenti alle più disparate ere geologiche (centinaia di milioni di anni fa), non differiscono da quelli di oggi.
Guarda l’ostrica del giurassico, la vespa dell’eocene, il riccio di mare ed il coccodrillo del cretaceo: tali e quali a quelli odierni… Vedere per credere… E questo rafforza la tesi che animali e vegetali siano stati creati d’emblée. Nei tanti milioni di anni (che, in una scala cosmica, sono comunque un batter di ciglia!) non c’è stato nessunissimo cambiamento.

A: Ricordo di avere letto, in uno dei tanti testi contro, che autentici imbrogli sono stati ampiamente smascherati senza che il dogma evoluzionista ne abbia sofferto quanto meritava! Ho visto che Tommaso Heinze ha prodotto un ponderoso e dettagliato manuale in cui cita una montagna di incongruenze, falsi, scherzi di buontemponi e cose simili affrontando in dettaglio questioni di biologia, paleontologia, termodinamica etc. associabili all’argomento.

M: Vorrei essere originale invitandoti a riflettere partendo dal punto di vista dei principi naturali, che fanno da supporto a ragionamenti semplici ed accessibili a tutti.
In effetti dall’uomo di Piltdown, a Lucy, agli esperimenti di Stanley Miller tutto congiura contro il Pensiero Unico: tuttavia esso gode di uno zoccolo duro formato da puri e duri che, come mi è già capitato, alle volte rinunciano al confronto… in nome della scienza di cui si autonominano alfieri!
Un effetto dannosissimo è prodotto dai libri di testo per l’insegnamento delle Scienze Naturali, il biologo statunitense Jonathan Wells (sulla rivista American Spectator) riferisce delle proprie esperienze sui testi di scienze adottati nelle scuole americane, prima come studente e poi come professore (Ph.D. in biologia della cellula).
Esistono veri falsi (o falsi veri?): da un lato si utilizza la teoria darwiniana per interpretare i fossili, dall’altro si dice che i fossili esaminati confermano la stessa teoria!
Si utilizzano illustrazioni vecchie di oltre un secolo, realizzate già allora in modo tendenzioso, da tempo riconosciute apertamente false (disegni di Haeckel), controllando in modo subliminale lo spirito critico degli studenti (d’altronde lo stesso Wells ha aperto gli occhi dopo il dottorato…).

A: …Circolano lunghi elenchi di bufale...

M: Non apriamo altri intermezzi diamo il nostro modesto contributo alla discussione: ora applichiamo semplicemente il Principio di conservazione delle proprietà evolutive: tale principio dice che se le proprietà evolutive naturali esistevano in passato, in virtù del Principio generale di conservazione delle proprietà naturali, esse proprietà debbono esistere tutt’ora.
Facciamo dunque quel che si chiama un esperimento pensato: armiamoci di macchina fotografica, risaliamo all’origine della vita e scattiamo di tanto in tanto un’istantanea in grado di testimoniare l’evoluzione degli esseri viventi:
„Ï Prima istantanea: da qualche parte troveremo i primi organismi viventi, supponiamo unicellulari; li fissiamo sulla pellicola.
„Ï Seconda istantanea: i primi organismi viventi si evolvono, mentre, da qualche altra parte se ne originano degli altri; fissiamo il tutto sulla pellicola.
„Ï Terza istantanea: nel mare fotografiamo un pesce (o quel che gli evoluzionisti preferiscono), mentre all’intorno potremo ammirare tutte le forme di vita che hanno un grado di evoluzione inferiore al pesce, dall’organismo elementare in avanti; fissiamo il panorama nella pellicola.
In ogni istantanea troveremo, in successione, tutte le forme, precedenti assieme alle contingenti, ma proprio tutte. E non sarà possibile distinguere tra forme furbescamente dette di transizione e forme “definitive”. Qualche forma sarà soggetta ad estinzione, d’accordo, qualche altra si adatterà meglio ad un ambiente più caldo, qualche altra ad un ambiente più freddo, qualcuna tirerà le cuoia etc.
Se arriva il meteorite (o l’eruzione del vulcano) che, combinando grossi guai provocherà anche l’estinzione dei dinosauri, e se chi si estingue rimane estinto, e l’evoluzione non lo rimpiazza, la teoria comincia a scricchiolare (la congruenza dell’osservazione c’è: è troppo facile emettere qualche grugnesco bla bla campato in aria, non verificabile, per contraddire).
Facendo tante istantanee, fino ai nostri giorni, dovremmo trovare, viventi, anche tutte le forme intermedie, a cominciare dagli organismi unicellulari che abbiamo fotografato al primo scatto (e che troveremo nell’ultimo) e che proseguiranno nella loro evoluzione mentre dei nuovi organismi semplici nasceranno ancora etc. etc.
Domanda: sai perché le scimmie hanno assunto la posizione eretta?

A: Maestro mio, no!

M: Trattieni le risate: la risposta ufficiale degli evoluzionisti è “perché l’erba era alta”.
Continuiamo, dunque, con le nostre fotografie: abbiamo ancora delle scimmie?

A: Direi di si…

M: Abbiamo ancora erba alta?

A: Ridirei di si…

M: Ti pare che abbiamo ancora scimmie che assumono la posizione eretta oppure sono diventate così intelligenti da circuitare il campo d’erba alta per comunicare tra loro oppure hanno imparato ad usare la falce (il martello)…

A: …maestro mio basta così… Mettiamo via la macchina fotografica. La faccenda dell’erba alta è veramente assurda!

M: Eppure questo si insegna ai giovani d’oggi. Tale e quale! Ed i genitori che fanno le loro rimostranze perché non accettano che ai propri figli vengano ammannite queste balle vengono trattati come imbecilli fondamentalisti, magari religiosi, anche se la creazione, come si sa (stiracchiando di qua e stiracchiando di là…) è data per compatibile con l’evoluzione (ma la religione, in quel che abbiamo detto qui, non c’entra proprio per nulla!).


5. Conclusione

M: Caro amico mio: sarebbe d’uopo che ognuno usasse il proprio cervello… Urge abolire sia il Principio di maggioranza che il Principio di autorità (il famigerato ipse dixit). Senza sani principi la Scienza non potrà diventare retaggio di tutti…

A: Ho un cruccio: qualcuno parla di Scienza Esatta: che significa?



La Scienza (quella esatta…) si basa sulla Matematica che rappresenta lo Strumento Perfetto d’indagine. L’orticello dello scrivente si trova nella periferia nord/orientale dell’impero (come dire Udine o Tolmezzo, paesello natio…)
M: Tu mi vuoi proprio inguaiare, però te lo devo dire: è chiaro che si dice Scienza Esatta per distinguerla dalla Scienza Inesatta. La prima si fonda su procedure matematiche (equazioni, teoremi, induzioni e ferramenta simili), la seconda (che, per ragioni di eufonia, chiamerei “Scienza Pressappoco”) non usa lo Strumento Perfetto: la Matematica.
Ad esempio gli Ingegneri sono i sacerdoti della Matematica applicata. Se non applicassero una Scienza Esatta i ponti non starebbero in piedi… e l’uomo non sarebbe capace di navigare nello spazio (ma solo nell’ospizio… Ah, ah, ah! Che ridere…)
Guarda il sovrastante diagramma di Eulero-Venn: esso rappresenta graficamente il concetto!...

A: Ella non mi crederà ma dall’altro fronte “scientifico” abbiamo notizia che (Corierùn del 20 giugno 2010) che un luminare (lumen, -inis) della Biologia (Frank Fenner) assicura che (sulla sua parola e non su un’equazione) che tra cento anni gli esseri umani saranno estinti: mi sembra un esempio classico di scienza del secondo tipo…

M: Cosa succederà tra cento anni nessun lo sa… Certamente siamo ad un livello di credibilità molto inferiore alla faccenda del calendario maya…
Ricordati… il mio testamento spirituale: chi è la regina della Scienza (Esatta)? La Fisica… Chi è la regina della Fisica? La Termodinamica… Ergo chi è la regina della regina della Scienza? La Termodinamica…

A: E a chi la pensasse diversamente?...

M: …democratiche legnate!.....


www.piermariaboria.it